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TikTok, Instagram Reels e YouTube Shorts: i predatori dell’attenzione perduta

Benvenuti nell’era dell’attenzione breve, dove le persone hanno la capacità di concentrarsi meno di un pesce rosso. Esagerazione? Io non credo.

11 Nov , 2024 Copy & Social, Video & Fotografia

TikTok, Instagram Reels e YouTube Shorts: i predatori dell’attenzione perduta

Se pensavate che fosse impossibile sintetizzare un discorso brillante, pieno di profondità e riferimenti culturali in meno di 60 secondi, be’, eccovi smentiti. Oggi, in una manciata di secondi, si può lanciare una nuova moda, spiegare correnti artistiche con i meme o la teoria della relatività. Certo, Einstein probabilmente sarebbe confuso da tutto questo, ma potrebbe trovare curioso il modo in cui il tempo e lo spazio si comprimono in questi mini universi digitali.

Parliamoci chiaro: che si tratti di TikTok, Instagram Reels o YouTube Shorts, i video brevi sono diventati i nuovi protagonisti della scena digitale. E quando dico protagonisti, non posso non pensare a Harrison Ford in Indiana Jones: indomabile e senza tempo. Solo che qui la x dove non si scava è uno smartphone, e invece di scappare da massi giganti che rotolano verso di noi, scappiamo dalla noia. La verità è che la nostra capacità di attenzione si sta riducendo come un cubetto di ghiaccio nel sole di Tatooine.

E no, non sto esagerando: secondo studi recenti, la capacità media di attenzione degli utenti online è di circa 8 secondi. Sì, otto secondi: il tempo che ci mette Indiana Jones a prendere il suo cappello prima di scappare da una grotta dove qualcosa sta per esplodere. Quindi, cosa fa un bravo content creator? Crea video che in quei pochi secondi possono catturare l’interesse, agganciare l’attenzione e, se possibile, lanciare un messaggio indimenticabile.

Immaginate se le scene d’azione di Han Solo fossero condensate in 30 secondi: “Spara, fuggi, fai una battuta ironica, vinci e via verso una nuova avventura, ma con la stessa trama di questa.” In pratica, i video brevi sono il modo in cui i social media cercano di replicare proprio quell’intensità cinematografica, ma con un pizzico di leggerezza e meme. Le piattaforme come TikTok e Instagram Reels sanno che devono essere esplosive, ma anche accessibili e soprattutto condivisibili, racchiudendo il perfetto mix di intrattenimento e informazione.

Pensiamo ai primi tre secondi di un video come a quando il Professor Jones entra in una stanza piena di trappole. Deve capire subito cosa fare o rischia di finire male. Allo stesso modo, un creatore di contenuti ha tre secondi – t r e – per convincere l’utente a non scrollare via. Qui non c’è tempo per un’introduzione lenta o per una panoramica sulle montagne del Perù. No, l’azione deve partire subito: che sia una battuta, una transizione dinamica, un effetto sonoro sorprendente, insomma, qualunque cosa che tenga incollato lo spettatore.

Ed è proprio questa esigenza che ha portato alla nascita di un nuovo linguaggio visivo, basato su rapidi tagli, effetti di editing immediati e l’uso astuto della musica, in particolar modo degli audio virali. Se ci pensate, è un po’ come la prima apparizione di Han Solo in Star Wars: poche battute, ma che impatto! La forza del carisma e della rapidità, in un contesto dove non c’è tempo per i discorsi prolissi.

L’evoluzione, graduale ma inevitabile, è partita da quei video che ci tenevano col fiato sospeso per la loro brevità. Da Vine a TikTok il passo è stato breve. Ora i video da 15 o 60 secondi sono la norma, ma la sensazione di fretta e intensità è rimasta la stessa.

Siamo ormai immersi in un mondo in cui l’attenzione dura il tempo di un respiro, ma in cui si possono fare cose straordinarie. Come Mister Ford ci ha insegnato attraverso i suoi iconici ruoli, non serve un monologo di 30 minuti per lasciare il segno. A volte basta un colpo di pistola rapido, una battuta ironica o cambiarsi la camicia, come ha fatto in Una Donna in Carriera.

E lo stesso vale per TikTok, Instagram Reels e YouTube Shorts. Questi video brevi sono come le scene più iconiche dei film d’avventura: ci tengono col fiato sospeso, ci fanno ridere e poi… puff, finiscono, lasciandoci con la voglia di rivederli ancora e ancora.

Ed è così che si entra nella tana del Bianconiglio. Non sai cos’è?

Ci pensiamo noi di Baobab!

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